La mia prima Novecolli: il giorno dopo - La Mia Prima Granfondo
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La mia prima Novecolli: il giorno dopo

E così sono riuscito a portare a termine la prima granfondo della mia vita. Ancora meglio, ci siamo riusciti tutti, 20 Lenti e Contenti alla partenza e altrettanti all’arrivo. Questo ci riempie di orgoglio, ancor più se riflettiamo sul fatto che, dei 13.000 iscritti, tra chi ha scelto di non partire, chi ha girato la bici ed è tornato in albergo dopo pochi chilometri – ne abbiamo visti tanti – e chi si è fermato lungo il percorso, solo 7.600 sono arrivati a Cesenatico. Ovviamente non è una critica a chi non ce l’ha fatta, ma una semplice considerazione; e fa piacere constatare che non abbiamo lasciato indietro nessuno.

Giornale Novecolli più dura di sempre

Scopro che è proprio vero quello che dicono i “vecchi saggi”: appena terminata una granfondo si comincia a pensare quale sarà la prossima, perché è naturale voler rivivere quelle emozioni. Scoprirò che le emozioni non sono proprio le stesse, perché la prima volta è… la prima volta. Poi ci saranno altre emozioni, altri obiettivi, altri ostacoli da superare e un’altra consapevolezza.

Cosa ho imparato

Già, consapevolezza: se mi guardo indietro, l’elenco delle cose che ho imparato in un giorno soltanto è piuttosto lungo.

  • L’importanza della testa. Sono le gambe che pedalano, ma è la testa a decidere come. Quando, nei primi chilometri, ti senti un leone, è la testa a dirti di risparmiare le forze perché mancano ancora tanti chilometri e quelle forze ti serviranno alla fine. È la testa a dirti di fermarti 5 minuti di più a un ristoro per prendere la barretta, la banana, i sali, perché se vai in crisi di fame non ne esci più. È la testa che, soprattutto quando manca l’esperienza, deve prevalere sull’istinto.
  • La prudenza. Stare attenti agli altri granfondisti, alle buche, alle curve in discesa, al bagnato, ci sono mille cose che bisogna curare, specialmente quando non si è abituati a pedalare in gruppo, ma sono tutte importanti perché il primo obiettivo è tornare a casa tutti interi, sani come alla partenza (magari un po’ più stanchi).
  • Stare in gruppo. A parte la sfortunata edizione bagnata del 2015, alla Novecolli si parte in 13.000 il che significa che è praticamente impossibile rimanere soli. Nella peggiore delle ipotesi ti troverai in gruppetti di 30-40 atleti. Bisogna stare attenti ma anche sfruttarli per risparmiare un po’ di energie. Anche se c’è un limite: chi ha le forze dovrebbe sempre fare il suo turno in testa, non sopporto chi si mette in seconda posizione e rifiuta tutti i cambi, non riesco davvero a capirne lo spirito.
  • L’importanza della colazione. Mangiare tanto al mattino secondo me è sbagliato, è meglio fare una colazione un po’ più abbondante del solito, ma senza esagerare e soprattutto senza modificare quello che si mangia. Io, per le prime 2 ore di corsa non ho avuto bisogno di mangiare e anche dopo mi sono bastate poche barrette e frutta.

Rifornimento alla Novecolli 2015

  • Attenzione al bere. Molti anni prima di questa granfondo, mi è capitato di trovarmi sotto il sole agostano della Toscana, con le due borracce completamente vuote e nessuna possibilità di rifornirmi. La sete è una gran brutta bestia e, dopo quella volta, sono particolarmente attento a non trovarmi più in quella situazione. Alla Novecolli del 2015, come faccio sempre, mi sono sforzato di bere ogni 10-15 minuti, anche se non avevo affatto sete. È una buona misura prudenziale che suggerisco a tutti, anche se alle granfondo meglio organizzate è difficile rimanere senza liquidi.
  • Non sottovalutare le difficoltà. Come ho raccontato, sul tanto temuto Barbotto mi sono sentito benissimo e non ho capito i motivi di tutta questa fama… all’inizio. Poi, nelle ultimissime centinaia di metri, quando ogni pedalata diventa una fatica e tanti che avevo superato mi hanno di nuovo passato, ho capito di essere stato un po’ presuntuoso.
  • Non essere mai solo. Se è vero che alla Novecolli non si può praticamente restare da soli, e anzi si incontrano un sacco di persone piacevoli e originali, è anche vero che rimanere con le stesse persone con cui si pedala tutto l’anno è ancora meglio. Tante volte sono stato aspettato da compagni che avrebbero potuto andare più forte ma che si divertivano di più a stare in mezzo ad amici. Ho imparato a fare lo stesso. Tagliare il traguardo con i compagni è bellissimo!
  • Pedalare sul bagnato. Non è che non avessi mai provato, però mai in mezzo ad altre migliaia di ciclisti. Ho imparato che ti bagni (sembra banale, ma se te lo ricordi ti porti una mantellina), che la cuffia della doccia che danno in albergo, messa sopra il casco, ti tiene la testa asciutta, e che in discesa devi stare molto molto attento. Più che impararle sono cose che sapevo già, ma provarle di persona fa tanta differenza. Ah, sì, un’ultima cosa: dopo un po’ di ore sotto l’acqua, le gambe si induriscono e fanno più male!
  • Divertirsi! Questo forse è il consiglio che darei subito a chi mi chiedesse cosa fare alla prima granfondo. Per me “divertirsi” significa godersi ogni attimo della manifestazione, compresi quelli di contorno dei giorni precedenti e quelli che la seguono, come il pasta-party o la cena con i compagni che scelgono di fermarsi sul luogo della gara anche la sera. Ma significa anche cercare di raggiungere gli obiettivi che ti sei proposto nei mesi prima, purché siano sufficientemente realistici e basati su una adeguata conoscenza delle proprie forze.

Prudenza in discese bagnate

The day after

Il giorno dopo, lo ricordo bene, con la famiglia siamo andati in spiaggia poche ore prima di partire. Credo che sia opportuno dedicare qualche ora alle persone che ti hanno accompagnato e “sopportato”, che sono state un giorno intero senza di te. Ma ricordo bene anche la soddisfazione, la sensazione di aver compiuto quella che, nel mio piccolo, definisco un’impresa, cioè il coronamento di mesi di impegno e fatica, per quanto fatti col sorriso e senza quasi mai spingersi ai propri limiti. Ricordo, è ovvio, anche il mal di gambe. In effetti, mi sarebbe piaciuto fare un’uscita in bici, breve e rilassata, giusto per sciogliere un po’ i muscoli. Ma c’era la famiglia e, soprattutto, indovina un po’? Pioveva!

Aspetto il tuo commento per sapere come è stata la tua prima esperienza a una granfondo.

Mi chiamo Alessandro aka adsoul. Non sono: un medico sportivo, un biomeccanico, un preparatore atletico. Sono: una persona che ama pedalare, leggere e scrivere. Così ho pensato di unire le tre cose, vado in bici, leggo e scrivo di bici, sperando di aiutare i visitatori di questo sito a godersi ancora di più la meravigliosa compagna a due ruote.

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