Randonnée: nessuna classifica, molti chilometri, tanta soddisfazione - La Mia Prima Granfondo
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Randonnée: nessuna classifica, molti chilometri, tanta soddisfazione

Libertà! Nell’ambito del ciclismo organizzato, la randonnée è la massima espressione di libertà. Sarà perché l’organizzazione è ridotta all’essenziale, sarà perché non ci sono classifiche, sarà perché il randonneur è solo con se stesso, la fatica e il sonno, ma resta il fatto che non esiste un modo di andare in bici che lasci così tanti margini alla fantasia e all’improvvisazione di chi pedala. Il che non significa però che non servano un gran paio di gambe e di polmoni…

Cos’è la randonnée

Una randonnée è sostanzialmente un viaggio, da fare pedalando in solitaria o con uno o più compagni – il termine randonnée, ovviamente francese, significa proprio escursione. Ogni partecipante riceve un road book nel quale è indicato il percorso con un punto di partenza, un punto di arrivo e una serie di punti di controllo intermedi. È previsto un tempo limite e… basta! Non c’è classifica, non ci sono indicazioni stradali, non ci sono griglie di partenza: l’organizzazione è veramente ridotta all’osso per lasciare che ciascun partecipante possa vivere la sua avventura nel modo che preferisce. Si parte “alla francese”: significa che, all’interno di una fascia oraria prevista dagli organizzatori, ognuno prende il via quando vuole. Non ci sono strade chiuse al traffico, non ci sono caotici raggruppamenti e volatoni iniziali per recuperare le posizioni. Semplicemente, dopo la partenza si pedala, quanto e quando si vuole. Sì, perché una randonnée può essere lunghissima e tu puoi scegliere quando e dove fermarti: il vero randonneur pedala spesso e volentieri anche di notte, anzi un vero randonneur, si dice, è solo chi ha affrontato la notte! Del resto, se consideri che la più famosa manifestazione, la Parigi-Brest-Parigi, misura 1250 km che vanno completati entro il tempo massimo di 90 ore, è chiaro che non puoi limitarti alle ore di luce. Ci sono dei punti di controllo, dai quali devi necessariamente transitare, pena l’esclusione. E, all’arrivo, c’è il brevetto, una sorta di attestato che certifica che sei riuscito a completare il percorso e la relativa distanza. Non c’è, mai, una classifica.

Randonnée alla partenza

Lo spirito randagio

Viaggio, avventura, fatica, conoscenza. Ecco cosa cerca chi partecipa a una randonnée. Il fatto di essere “lasciati a se stessi”, del resto, determina proprio queste caratteristiche. Pensa agli inconvenienti che possono verificarsi lungo i tanti chilometri di queste manifestazioni. Strade sbagliate, guasti, incontri. È chiaro che devi avere una buona dose di spirito di avventura per essere disposto ad affrontare tutto questo. Ma, al tempo stesso, devi anche essere organizzato: luci per vedere ed essere visto al buio, mantelline per la pioggia e indumenti di ricambio per essere sempre asciutto, attrezzi per le riparazioni di emergenza e mappe per trovare la strada – queste ultime, in realtà, ormai sostituite dal GPS. C’è chi preferisce la solitudine e, salvo occasionali incontri, percorrerà tutta la randonnée da solo, e chi invece si organizza con un compagno.

Le manifestazioni principali

Come il randonneur è un uomo libero, così è anche chi gli organizza i percorsi! O, se preferisci, non c’è limite alla fantasia degli organizzatori e si trova davvero di tutto. La già citata Parigi-Brest-Parigi, è la più nota di tutte, si tratta di affrontare in 90 ore 1.200 chilometri. Si disputa ogni 4 anni, la prossima è prevista per il 2019. Molto note sono anche la Londra-Edinburgo-Londra e la Boston-Montreal-Boston, tutte ben oltre i 1.000 chilometri, così come le italiane 1001 miglia e Sicilia No Stop. Io? No, io non ho mai fatto una randonnée, tranne un paio di “mini-randonnée”, manifestazioni sempre più diffuse che però delle rando hanno quasi solo il nome e, in parte, lo spirito. E, per di più, sempre qui, intorno a Milano, la randonnéè delle Foglie morte, ovviamente manifestazione autunnale, quasi di fine stagione, e la randonnée della Merla, che si disputa nei giorni… della merla, cioè il weekend vicino alla fine di gennaio. Non proprio un vero “randagio”, come si traduce in italiano “randonneur”, in maniera sicuramente imprecisa ma efficace.

Randonnée delle Foglie Morte
La Randonnée delle Foglie Morte, edizione 2015

Concludendo: puoi essere un randagio?

Stai valutando la possibilità di partecipare alla tua prima randonnée, ma non sai se sei il ciclista più adatto? Prova a rispondere con onestà alle domande che trovi qui sotto. Non è certo un test, al massimo un piccolo quiz scherzoso, ma può aiutarti a capire se hai le caratteristiche giuste.

  • Ti piace pedalare da solo, ma ami anche la compagnia?
  • Ami il buio e la notte?
  • Sei capace di riparare i piccoli guasti della bici?
  • L’avventura è il tuo pane?
  • Hai un buon GPS e un buon senso di orientamento?
  • Tempo e classifica, per te, hanno poco o nessun valore?
  • Il viaggio in sé è più importante dell’arrivare?

Se hai risposto Sì a tutte le domande – o anche solo alla maggior parte, dai! – puoi pensare di diventare un randagio: comincia a mettere chilometri nelle gambe e a pensare al tuo primo brevetto, ma, prima ancora, parti da qui per saperne di più. E buon viaggio… pardon, randonnée.

Mi chiamo Alessandro aka adsoul. Non sono: un medico sportivo, un biomeccanico, un preparatore atletico. Sono: una persona che ama pedalare, leggere e scrivere. Così ho pensato di unire le tre cose, vado in bici, leggo e scrivo di bici, sperando di aiutare i visitatori di questo sito a godersi ancora di più la meravigliosa compagna a due ruote.

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