Ghisallo salita in bici da corsa - La Mia Prima Granfondo
Se sei un cicloamatore e non hai mai sentito parlare del Ghisallo, china il capo e pentiti! Poi prendi la bici e vieni a scalarlo almeno una volta. Ti godrai l'emozione di pedalare in mezzo alla storia del ciclismo e in vetta potrai toccarla con mano.

Ghisallo

Regione: LombardiaProvincia: CO
Lunghezza: 8.48 kmDislivello: 439 m
Pendenza media: 5.2%Pendenza massima: 14%
Affrontata l'ultima volta: marzo 2019Traccia GPX: Clicca per scaricarla
Altimetria Ghisallo

La salita al Ghisallo

C’è una rotonda a Visgnola che ho scelto come punto di partenza della salita, un po’ perché è fuori da Bellagio e dal suo terribile traffico, e un po’ perché ci si deve passare per forza, anche se si arriva da Limonta o da San Giovanni per evitare di passare dall’affollatissimo lungolago di Bellagio. La salita termina al Santuario della Madonna del Ghisallo.

La strada

Questa non è certo la salita per chi ama la pace e il silenzio. L’asfalto non presenta particolari problemi, ma è necessario essere attenti nell’attraversamento dei numerosi paesini che si incontrano da Guello in poi. Non si incontra, invece, nessuna galleria. Attenzione anche al traffico: tantissimi i ciclisti, soprattutto nei weekend, ma abbastanza numerose anche auto e moto.

Attraversamento di paesini significa anche bar: trovare rifornimenti non è difficile. In cima c’è comunque una fontanella, oltre a un chiosco noto a tutti i cicloamatori.

I punti più importanti

Il Ghisallo, chi lo ha fatto lo sa bene, è diviso in due tratti piuttosto duri, inframezzati da 3 chilometri di pianura e contropendenza. Il primo tratto di salita termina a Guello, dopo circa 4 chilometri. Dopo la pausa che permette di recuperare, all’uscita di Civenna comincia l’ultimo chilometro e mezzo, con pendenze ancora rilevanti, che porta dritto dritto al Santuario.

Chi non è a caccia del “tempone”, può fermarsi in parecchi punti: ci sono scorci paesaggistici notevoli e splendide ville. In vetta, se ti interessi appena un po’ di ciclismo, ti perdi: bici, maglie, statue di Coppi e Bartali nella chiesetta. C’è poi la possibilità di visitare il Museo del Ghisallo e i suoi cimeli donati dai campioni di ogni epoca. C’è da farsi venire la pelle d’oca ma meglio informarsi prima tramite il sito per verificare le aperture.

Attenzione al caldo nei mesi estivi: la strada è tutta in pieno sole e la temperatura è spesso sopra i 30 gradi.

Il commento

Questa è la salita simbolo del Giro di Lombardia, non a caso ogni anno le campane del santuario suonano al passaggio in cima dei professionisti, e per certi aspetti anche del ciclismo in Lombardia, grazie al santuario e al museo. Anche per questo va fatta almeno una volta da chi ne ha la possibilità e ama il ciclismo: qui siamo veramente in mezzo alla storia delle due ruote.

Eppure, ai giorni nostri, la salita è tutt’altro che impossibile. Duretta, intendiamoci, perché nella prima parte ci sono strappi fino al 14% e i primi 3 chilometri sono al 9% di media, ma non impossibile più impossibile con l’asfalto che ha sostituito lo sterrato e, naturalmente, i rapporti di oggi. Direi che chiunque la può affrontare, i meno allenati magari accettando di prendersi qualche pausa in corrispondenza dei tanti punti panoramici lungo il percorso.

È facile inserire questa ascesa in un percorso, eventualmente anche ad anello e che contempli altre salite. A poca distanza ci sono Colma di Sormano e Valbrona e comunque si può pedalare per lunghi tratti sul lungolago dove la vista è stupenda (e l’attenzione deve essere massima a causa del traffico e di tratti di carreggiata stretti). Una curiosità: partendo da Canzo il Ghisallo può essere affrontato anche dal versante opposto, che ha pendenze nettamente meno importanti. Forse è questo il motivo per il quale è noto come Ghisallo sbagliato.

Questa è, in assoluto, una delle salite che ancora mi emozionano di più, nonostante ormai l’abbia scalata una decina di volte. Non si può passare dal triangolo lariano senza affrontarla almeno una volta, categorico!


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Mi chiamo Alessandro aka adsoul. Non sono: un medico sportivo, un biomeccanico, un preparatore atletico. Sono: una persona che ama pedalare, leggere e scrivere. Così ho pensato di unire le tre cose, vado in bici, leggo e scrivo di bici, sperando di aiutare i visitatori di questo sito a godersi ancora di più la meravigliosa compagna a due ruote.

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