Muro di Sormano
Regione: Lombardia | Provincia: CO |
Lunghezza: 2 km | Dislivello: 285 m |
Pendenza media: 14.3% | Pendenza massima: 28% |
Affrontata l'ultima volta: agosto 2018 | Traccia GPX: Clicca per scaricarla |

La salita del muro di Sormano
Il muro comincia a un bivio: procedendo dritto, continui ad affrontare la ben più agevole Colma di Sormano, svoltando a sinistra si sceglie il muro e in 2 chilometri si supera lo stesso dislivello che la Colma propone in quasi 4,5 chilometri. Giunto quasi in cima, trovi una sbarra che preclude l’accesso ai veicoli a motore e segna il punto in cui finisce il muro propriamente detto. Qui è obbligatorio mettere piede a terra perché in bici non ci si passa. Poi si risale e la strada si ricongiunge alla Provinciale 44: pochi metri e si raggiunge il parcheggio subito dopo l’Osservatorio, dove finisce la salita.
La strada
Alcuni lo hanno definito “la pista ciclabile più dura del mondo”, perché in effetti il Muro è chiuso al traffico a motori: salendo incontrerai solo pedoni e altri ciclisti.
Dopo un brevissimo tratto di discesa, una strettissima curva introduce alla salita e da quel momento in poi saranno quasi 2 chilometri di rampe durissime, senza soluzione di continuità e senza la possibilità di riprendere fiato. La larghezza della strada è davvero ridotta, quindi non è nemmeno possibile salire a zig zag per mitigare la durezza delle rampe.
In cima c’è un bar-ristorante per rifocillare il corpo, oltre a una splendida vista nei giorni di sole e a vasti prati per chi vuole rifocillare l’anima. Scendendo lungo il versante opposto, dopo un paio di chilometri si raggiunge il Pian del Tivano, meta dei turisti che ricercano gli splendidi e rilassanti panorami. Chi continua verso Nesso faccia attenzione perché si tratta di una discesa molto tecnica. Per intenderci, è quella della famosa caduta di Remco Evenepoel al Lombardia 2020.
I punti più importanti
La strada è stata rifatta intorno al 2005, con un occhio di riguardo per i ciclisti. Da qui l’idea, bella, di indicare sull’asfalto l’altitudine a ogni metro guadagnato. Ovviamente, quando le scritte sono molto ravvicinate è perché la pendenza è maggiore e di solito le scritte sono molto ravvicinate!
Sempre sull’asfalto sono indicati anche punti panoramici ma, per quanto mi riguarda, sono riservati ai pedoni, perché il ciclista è totalmente impegnato nel superare le rampe. Rapporti? Io ho usato il 34×32 ma se dietro avessi avuto un 34… sarei stato più contento.
Una parte della strada è all’interno di un bosco. In autunno, quindi, l’asfalto è coperto di foglie e diventa pericoloso alzarsi sui pedali per il rischio di scivolare, soprattutto al mattino presto, quando c’è ancora umidità, oppure se ha piovuto da poco.
Il commento
Il muro di Sormano è una salita assolutamente atipica per almeno due motivi: le pendenze importanti e la strada chiusa al traffico motorizzato. Credo però che il suo fascino risieda nella posizione che occupa rispetto alla storia del ciclismo. Sapere che stai pedalando sulle strade del giro di Lombardia con tutto quello che è successo su queste rampe e che è ben espresso da alcune frasi di grandi del passato (Gino Bartali, Ercole Baldini) scritte sull’asfalto ha il suo peso. E poi c’è, come e più di sempre, l’emozione di arrivare in cima e sapere che ce l’hai fatta. Tanti mi hanno detto che, una volta fatta, non la rifaranno più. Però tutti ammettono di essere contenti di essere tra quelli che “ce l’hanno fatta”. Una volta sola? Forse sì ma sicuramente ne vale la pena. Forse è per questo motivo che molti, quando si avvicinano al famoso bivio, si chiedono: “oggi proseguo dritto o faccio il muro?”.
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Alessandro
Mi chiamo Alessandro aka adsoul. Non sono: un medico sportivo, un biomeccanico, un preparatore atletico. Sono: una persona che ama pedalare, leggere e scrivere. Così ho pensato di unire le tre cose, vado in bici, leggo e scrivo di bici, sperando di aiutare i visitatori di questo sito a godersi ancora di più la meravigliosa compagna a due ruote.

Presolana in bici (Val Seriana)
